Facciata del Teatro dell'Olivo
A pochi passi dall’entrata orientale di Via Vittorio Emanuele, sorge il Teatro dell’Olivo. Nasce fra 1565 e 1568 come tiratoio per la lana, nato a sua volta da una parte dell’antica rocca camaiorese. Il tiratoio ebbe però vita breve a causa della mancanza di onestà del proprietario, tale Bartolomeo Minaschi da Fabriano, che oltre a non annotare le entrate della sua attività non rispettava la clausola del contratto che lo obbligava ad insegnare l’arte della lana a chiunque volesse. Visto che avrebbe dovuto pagare un’ingente somma ,la notte del 29 settembre 1615, il Minaschi fuggì da Camaiore. Per circa 30 anni, l’edificio restò in disuso, escludendo alcuni rari casi dove ne vennero affittate le stanze.
Prospetto del Teatro dell'Olivo quando era ancora un filatoio
Si arriva così al 1649 quando l’Accademia de Deboli, una piccola associazione formata dai cittadini di Camaiore, decise di recuperare l’edificio in modo che potesse diventare un teatro per ospitare commedie e altre rappresentazioni sceniche. Per tutto il Quattrocento e i Cinquecento, le rappresentazioni sceniche, anche se non assimilabili al teatro come lo intendiamo noi, venivano fatte in Piazza San Michele. Infatti il "teatro" Quattro-Cinquecentesco era caratterizzato da una mescolanza fra danza, poesia, giocoleria ed era in gran parte improvvisato. Inoltre era una componente occasionale della vita di tutti i giorni, spesso accessoria della festa signorile o cittadina.
Tornando al nostro teatro, negli anni a seguito del 1649, grazie a varie suppliche (domanda scritta con cui s'invoca un'autorità per chiedere un favore), l’Accademia dei Deboli ottiene sempre più consensi dall’autorità comunale facendo sempre più aggiunte e miglioramenti all'edificio. A partire dal 1720 furono fatti numerosi interventi: vennero costruiti i primi palchetti, palco e nel 1753 furono aggiunti 12 palchetti nel primo ordine e 5 nel secondo ordine.
Il vero momento di rinascita dell’edificio avviene però nel 1772, quando viene completamente ristrutturato il teatro e viene fondata la Società del teatro dell’Olivo, con tanto di statuto. La fortuna del teatro va avanti fino al terzo quarto dell'800 quando cade in disuso a causa di dissesti strutturali. Con una lettera del Consiglio Comunale datata 1877, dove si leggono le disastrose condizioni del teatro, si sollecitava l’amministrazione a "richiamare i soci stessi alla esatta osservanza dei patti". Seguono poi una serie di lavori che portarono la struttura ad una conformazione molto vicina a quella attuale. Nel 1880 fu aggiunta una terza fila di palchetti, soppressa poi nel 1920, e fu costruito un loggione, poi trasformato nell’attuale galleria. Nel 1927 furono eseguiti i decori del soffitto ad opera di Dino Spelta, pittore camaiorese. Dal 1913 al 1942 l’edificio divenne sia un cinema che un teatro, ma durante la guerra fu occupato prima dai soldati italiani e poi da quelli tedeschi. Nel 1944, quando le truppe tedesche si stavano ritirando da Camaiore, fecero brillare il teatro con alcune cariche causando molti danni. Le pratiche per riottenere l’agibilità della struttura furono lunghe e macchinose ma alla fine fu riaperto nei 1951. Fu poi definitivamente chiuso nel 1955 grazie ad un’interpellanza di un consigliere dicente: "non si può tenere aperto perché i films che vi si proiettano non sempre hanno quello scopo educativo che era alla base del contratto". Da questo momento il teatro viene completamente abbandonato , tra l’indifferenza generale e della classe politica. La riapertura avverrà poi solo nel 2003, dopo molti anni di analisi tecniche, preventivi scartati e di varie sollecitazioni studentesche.
Dopo una serie di lavori di ristrutturazione, il Teatro dell’Olivo è stato riaperto ai cittadini nel 2003.
Bibliografia
AA.VV., il Teatro dell’Olivo e la tradizione musicale a Camaiore
P. Dinelli, Storia di Camaiore, dalla discesa di Carlo VIII alle soglie della Rivoluzione Francese