LA TORRE CIVICA
Il campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, nato come torre civica, esisteva prima dell’innalzamento delle mura castellane e ricopriva funzioni militari e religiose. La torre richiamava i fedeli alle funzioni, essendo dotata di campane e al contempo serviva per sorvegliare il territorio circostante. Secondo le fonti alla fine del XIII secolo la Collegiata era ancora priva di torre campanaria e per questo motivo si decise di inserire nell’alto muro della facciata, in asse con la porta principale, due piccole campane provenienti dal paese di Conca. La torre, eretta per esigenze militari, fu conclusa nel 1356, ma da un’attenta analisi delle strutture murarie unita al confronto con fonti archivistiche ed orali è possibile collocare l’inizio della costruzione dell’edificio alla metà del XIII secolo, in concomitanza con l’edificazione della chiesa di Santa Maria Assunta. A supporto di questa tesi stanno le osservazioni del canonico Pietro Bianchi che, al momento del restauro della Collegiata nel 1915, compose una relazione, in cui si registra una continuità fra la fondazione della torre e quella della chiesa contigua. Dopo l’inizio dei lavori per l’innalzamento del campanile, sembra che questi nel XIII secolo si fossero arrestati all’altezza della navata bassa della Collegiata e furono ripresi solo nel XIV secolo, dopo l’attacco delle truppe del Visconti nel 1329. Dall’osservazione del tessuto murario della torre si può facilmente dedurre che il campanile sia stato edificato in due fasi distinte utilizzando due tecniche diverse. La prima fase probabilmente databile al periodo della fondazione, la seconda risalente alla metà del Trecento, in particolare agli anni compresi fra il 1350 e il 1356. La data del 1350 è incisa in numeri romani su una pietra collocata sopra il bugnato della torre e sta ad indicare l’inizio dei lavori di costruzione. Fu fatta inserire da Bianco Bianchi, medico del XVI secolo sulla base dei contratti che registrano gli interventi trecenteschi sulla torre "Non essendovi la memoria del tempo fu edificato io la feci intagliare l’anno 1521 come la si vede, trovando io il tempo di sua edificatione ne contratti di ser Pietro Manfredi da Camaiore". Già dal 1428 la torre presentava anche l’orologio pubblico per cui fu costruito un apposito vano. Sopra di questo si collocava - e tuttora si colloca – la stanza dei torrigiani o guardiani che avevano il compito di svolgere il servizio di sorveglianza in cambio di un salario. In merito a queste figure un documento del 1428 riporta: "Bartolomeo Jacobi Pellegrini, Pierus de Carcascionne, custodes campanilis pro eorum salario dicti trimestri, L. 32. soldi 8"
L’edificio si innalza per oltre trentatré metri sopra un basamento di pietre bugnate. Presenta 5 rampe di scale con 86 scalini in pietra consunta e alla sua sommità è completato da una cupola, al di sopra della quale si trovava una lanterna con la campana dell’orologio al suo interno. Le campane si conservano oggi nella cella campanaria, collocata sotto la cupola e costruita nel XV secolo. Una delle campane proviene dalle rovine del castello di Montecastrese ed è stata rifusa nel 1740, riutilizzando lo stesso bronzo. Le altre tre risalgono rispettivamente al 1825, 1835 e 1910. Osservandola dall’esterno, sul lato prospiciente piazza San Bernardino la torre presenta in basso una stretta feritoia, anticamente sormontata da un finestrone romanico ora chiuso dall’orologio. Ancora più in alto si colloca un finestrone ripetuto nel prospetto orientale. Al terzo piano infine, si aprono quattro ampi finestroni, uno per ogni lato della cella campanaria. A partire dal lato posteriore – dove un tempo si trovava il cimitero – una gradinata esterna conduce all’ingresso ordinario della torre. Qui si apre la scala interna che è incuneata fra due muri. Al primo ripiano si trova l’entrata alla stanza dei torrigiani e, superandola, sulla sinistra il passo che conduce sul tetto della chiesa. Lungo la scala, inoltre, si disseminano diverse feritoie che permettevano di controllare i vari accessi alla città, e sono visibili dei cardini, resti delle antiche chiusure interne che permettevano di barricarsi in caso di assedio.
BIBLIOGRAFIA
Abela, Elisabetta, a cura di, La Torre Civica di Camaiore. Anatomia di un monumento, Pacini Editore, Pisa, 2019