Il nome “via di Lombardia” proviene da alcune fonti scritte riferibili al secolo XVI e XVII, anche se non è improbabile che un collegamento di crinale tra la Versilia e la regione lombarda fosse già esistente nell’altomedioevo. Grazie ad alcune testimonianze archeologiche è ipotizzabile datare alcuni tracciati viari che attraversavano le Apuane dal mare alla Garfagnana all’età preromana e preistorica. La via lombarda non è unica ma è formata da una serie di mulattiere oggi nascoste in parte dalla natura a causa della mancata manutenzione. Le direttrici sono identificabili nelle mappe dei secoli XVIII e XIX. In una di queste, datata 1733, sono individuabili addirittura tre tracciati principali. Il primo, riferibile alla via che da Stazzema conduceva a Fornovolasco denominata “Via Ducale per la Garfagnana”, sulla quale convergevano alcuni sentieri che partivano da Camaiore. Da Fornovolasco poi passava sotto il Monte delle Rocchette e raggiunti Sassi ed Eglio si collegava a Castelnuovo, autentico crocevia per la Lombardia (termine con cui si intendeva anche l’Emilia). Da Castelnuovo si poteva poi giungere a Reggio per il Passo di Pradarena e Passo delle Forbici e Modena passando da S. Pellegrino in Alpe.

La prima citazione a Camaiore della Via Lombarda ce la fornisce lo storico Bianco Bianchi, vissuto tra XV e XVI secolo, nel descrivere la Bastia del M. Penna “...questo bastione era fortissimo tenendoli sicuri per la via di Lombardia”: l’indicazione allude alla via che ancora oggi costeggiando il Monte Penna, conduce da Lombrici a Casoli. Questo prima collegamento è riferibile all’Alto Medioevo quando le due villae di Casoli e Camaiore, menzionate in un documento del 984, erano comprese nello stesso piviere e quindi collegate fra loro. Del tracciato che prosegue da Casoli non siamo in grado di stabilire l’esatto percorso. Di una qualche utilità è il registro delle stime delle bozze, una sorta di catasto di inizio XIX secolo, dove sono annotati i diversi appezzamenti di terreno posti tra Casoli e il confine con Stazzema. Qui si parla di un percorso che parte da Mandria e conduce fino a Vallelunga, fino al Colle Asinaio. Da qui con un percorso che costeggia il monte Matanna, dal quale possiamo vedere la Versilia e parte della toscana occidentale, si prosegue fino alla foce del pallone e all’attuale rifugio alto Matanna. Da qui si raggiunge facilmente l’antico tratto della Via Ducale. Da Casoli era però possibile utilizzare numerosi diverticoli stradali fra cui quello passante per la foce di Grattaculo e quello attraverso i valico di San Rocchino, che conduce però a Pomezzana.

Probabilmente il tracciato viario era anche collegato alle vie di pellegrinaggio medeivale. Come dimostrato dalla presenza dell’ospizio di Gragliana sul tratto Pascoso-Castelnuovo e di quello della chiesaccia di Fornovolasco a metà del tracciato della Via Ducale.

L’appellativo di “Via Lombarda” è però ascrivibile ai secoli XIV e XV in seguito all’aumento degli scambi commerciali, molto più numerosi di quelli esistenti in età feudale. Tale periodo coincide infatti con un incremento dei trasporti di olio da Camaiore in Lombardia o in Garfagnana, registrati nel libro delle gabelle di XV secolo. L’olio veniva trasportato a Reggio, Parma e in altre località della Garfagnana. Una prova del traffico commerciale d’olio ci viene attestata da una relazione del Consiglio Comunale datata 10 agosto 1744 “...proseguendo poi avanti: la strada fino in Candalla si è osservato esservi dei passi assai cattivi con pericolo evidente di precipitarvi di bestie, che in gran capo vi passano particolarmente per il trasporto di olio di Garfagnana”. L’ importanza che ebbe l'olivicoltura per Camaiore diffusasi maggiormente tra i secoli XIV e XV, e la necessità di trasportare il prodotto che da essa se ne ricava, furono le motivazioni per usare la “Via Lombarda” attraverso le foci delle Apuane nonostante gli itinerari tortuosi. Oltre all’olio la strada era usata per commerciare sale, bestiame, lana, mirto e arance provenienti dal porto di Pisa.

mulattiera-Candalla Scorcio della Via Lombarda da cui si vede il Monte Penna

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