Con “Paradiso”, Stefano Dal Bianco vince la 36esima edizione del Premio Letterario Camaiore Francesco Belluomini. Si è concluso sabato sera il PLC 2024, con una cerimonia finale molto partecipata e ricca, così come il Premio ci ha abituati, di cultura: un momento ulteriore per riflettere sul cruciale ruolo della Poesia nell’epoca contemporanea, troppo spesso vittima di superficialità e di poco spazio alla profondità del linguaggio poetico. La serata, nell’affascinante atmosfera di Villa Ariston a Lido di Camaiore, è iniziata con un commosso ricordo della compianta Presidente del Premio, Rosanna Lupi, scomparsa il 18 gennaio scorso. a fare gli onori di casa il neo Presidente Michele Brancale, il Sindaco Marcello Pierucci e il Vicesindaco Andrea Favilla.
Protagonisti indiscussi, in ogni caso, oltre ai poeti autori delle opere premiate, i Giurati Popolari. I 50 cittadini (di cui 43 estratti a sorte tra i candidati e 7 studenti delle scuole del territorio comunale, vincitrici della rassegna ‘La Poesia dei Ragazzi), con la loro preferenza personale, hanno incoronato Dal Bianco come vincitore assoluto con la sua opera in versi edita da Garzanti, in una sfida all’ultimo voto con gli altri componenti della Cinquina dei Finalisti: Sauro Albisani con “In bilico” (Passigli), Luigi Cannillo con “Dal Lazzaretto” (La Vita Felice), Federica Maria D’Amato con “La montagna dell’andare” (Ianieri Edizioni SRLS) e Raffaela Fazio con “Gli spostamenti del desiderio” (Moretti & Vitali Editori). Le cinque opere che si contendevano la vittoria finale erano state scelte dalla Giuria Tecnica, composta, oltre che da Brancale, da Cinzia Demi, Simone Gambacorta, Federico Migliorati, Renato Minore, Ottavio Rossani e Luigia Sorrentino. Questi ultimi, presenti in sala, hanno letto le motivazioni per i vari riconoscimenti.
Del libro di Dal Bianco, si è sottolineato come sia “il libro di poesie che tutti vorremmo leggere, ed è anche il miglior libro di poesie di Stefano Dal Bianco. Paradiso è il luogo intatto della poesia. È la poesia che parla al poeta contaminato dalla bellezza e dall’insidia della natura e del paesaggio. Il mondo che scopriamo leggendo il libro è riflessivo: ci appartiene e in esso ci riconosciamo. Il Paradiso che il poeta percorre guidato dalla misteriosa e potente presenza del suo cane Tito, ci conduce a un dettato poetico lirico, denso, limpido, pieno”. E ancora: “un’opera perfetta dal punto di vista formale e ricca di rimandi alla tradizione. Sono versi che il poeta scrive nel momento in cui tutto il mondo si ferma, fra il 2020 e il 2022, nel periodo di massimo stress per le popolazioni di tutto il mondo. Leggendo il libro ci si calma. Si ha la sensazione che il poeta abbia raggiunto una vetta, un’altitudine, una consapevolezza che trasferisce a noi: la capacità di vedere, di entrare in colloquio con la natura e con il creato, ed è come se tutto questo avvenisse per la prima e per l’ultima volta. Un’opera necessaria per capire quale posto l’uomo dovrebbe occupare sulla terra”. “La vittoria del Camaiore, da sempre un Premio importante nel panorama italiano e non solo, mi riempie di felicità e soprattutto di orgoglio – ha commentato Stefano Dal Bianco -: si tratta di un Premio storico e centrale nel panorama culturale italiano, che vive nella sua vena completamente popolare. Questo aumenta l’importanza della vittoria, perché è il riconoscimento che i miei versi sono riusciti a parlare a tantissime persone e non solo agli ‘addetti ai lavori’. E questo è la cosa più bella che possa accadere ad un poeta”.
Presente anche il vincitore del Premio Internazionale, l’albanese Visar Zhiti, premiato con il suo “Strade che scorrono dalle mie mani” (Puntoacapo Editrice). Il libro, edito in edizione bilingue albanese-italiana, riproduce in massima parte la storia del poeta, “uno dei pochi sopravvissuti al carcere, scontato nelle miniere albanesi sotto il regime di Enver Hoxha – si legge nella motivazione -: la sua colpa fu quella di aver scritto versi ritenuti tristi, non adatti ad esaltare il governo. Zhiti non rinunciò al canto e, anche in carcere, continuò ad aggrapparsi alla poesia, la prostituta che mi denunciò ai poliziotti – così la definisce in un’intervista - e non avendo carta su cui appuntare i testi, i versi vennero imparati a memoria da lui e dagli altri carcerati perché potessero tramandarli, se egli non fosse sopravvissuto. In questo volume si ripercorrono quegli anni, senza nessuna vena d’odio”.
Spazio anche alla forte e stretta collaborazione con SIAE, rinnovata anche quest’anno, con il Premio SIAE Under 35, assegnato dal Presidnente del PLC Brancale e dal Presidente della SIAE Salvatore Nastasi a un giovane poeta per promuovere i talenti letterari italiani. Il Premio è andato a Eleonora Cattafi con “Differire il giorno” (Marco Saya Editore), riconscendo alla giovane poetessa “un sapiente dosaggio lessicale e ritmico. Servendosi di una lingua complessa, raffinata, classica e moderna, che procede a scarti di significato, a improvvise luminescenze di senso, Cattafi dà forza a una narrazione originale e completa che si disvela come un cerchio concentrico, dall’assoluto alla vertigine di sé, nella scoperta di un mondo che sembra trattenere tutto e che tutto mette in fuga, mentre si desidera un approdo”.
Consegnati poi anche tutti gli altri premi, già definiti e resi noti nei giorni scorsi. Il Premio in memoria di Rosanna Lupi e Paola Lucarini a Gianfranco Lauretano, “Questo spentoevo” (Graphe.it Edizioni); il Premio alla Carriera a Vincenzo Guarracino; il Premio Speciale a Emilio Coco, “Del dolore e della gioia” (Campanotto); la Segnalazione della Giuria a Anna Ruotolo, “Prodigi” (Pequod); il Premio Camaiore Proposta “Vittorio Grotti” a Valentina Furlotti, “Fosforescenze” (Interno Libri Edizioni); il Premio per la diffusione della cultura poetica italiana ad Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri (a cui verrà consegnato il Premio in una trasferta romana direttamente nella sede dell’Ente culturale). In più, tutti gli autori premiati nella sezione Menzioni Speciali e Menzioni alla Traduzione.